Mark Peter Gertruda Andreas van Bommel

Mark Peter Gertruda Andreas van Bommel

Difensore, nato a Maasbracht (Olanda), 22 aprile 1977

Mark nasce a Maasbracht, e con la squadra della sua città natale, l’MVV Maasbracht, muove i primi passi nel calcio nel 1985. Nel 1992 passa al Fortuna Sittard dove resta sino al 1999 anno in cui si trasferisce al PSV. Durante la sua carriera gioca in Olanda, Spagna, Germania e Italia, e durante la permanenza in Germania, al Bayern Monaco, diventa il primo capitano straniero della squadra Bavarese.

Mark vince la Champions League 2005/06 con il Barcellona e fa parte della nazionale Olandese che perde la finale di Coppa del Mondo del 2010 in Sud Africa contro la Spagna. Mark è una macchina da placcaggio e raramente perde un contrasto o un pallone, ma è in grado anche di costruire gioco ed è dotato di un tiro molto potente.

Tra il 2000 e il 2011, Mark vince otto titoli nazionali, quattro con il PSV, due con il Bayern Monaco, uno con il Barcellona e uno con il Milan.

Il parere di Zlatan al Milan pesava parecchio, anche se poi la formazione la faceva Allegri. Però quello che diceva Ibra non cadeva nel vuoto. Faccio un esempio: quando volevo lasciare il Bayern e presi i primi contatti con il Milan, so che Galliani chiese a Zlatan cosa ne pensasse del mio possibile arrivo, visto che eravamo quasi venuti alle mani al termine di un Olanda-Svezia. Zlatan disse: ‘uno come van Bommel è meglio averlo in squadra che contro’.

In Italia si bada al sodo e si gioca per vincere. È diverso. Non è una critica, si tratta semplicemente di un approccio differente. Prendete Chiellini; in Olanda dicono che non sappia giocare a calcio perché ha i piedi quadrati. Però in difesa non perde un solo duello. Conosce i suoi limiti e quando scende in campo non lo fa per dimostrare quanto è bravo, ma per eseguire al meglio il compito che gli è stato affidato: non concedere chance all’avversario. Lui sa farlo al meglio.

Fotografie e video
  • van Bommel capitano della nazionale olandese durante il campionato d’Europa 2012 - via Wikipedia