“I l mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro.”
(Renè Magritte)
Me lo chiedo ancora.
E ancora.
E poi ancora.
Credo che continuerò a farmi la stessa domanda per anni.
La domanda in questione è questa: “Com’è stato possibile perdere la finale di Champions League, la finale di Coppa di Germania e la Bundesliga nello stesso anno?”
Tutte nello stesso cazzo di anno!
Non abbiamo mai avuto una squadra così incredibilmente completa e forte come quella del 2002.
Il 2002, un anno che odio. Che odiamo più di ogni altra cosa al mondo.
Eppure quel 2002 mi appartiene. Ci appartiene.
Comunque giocavamo il miglior calcio d’Europa!
Mi chiamo Ulli. Ho 40 anni. Sono impiegato di banca. Ma quello che conta di più è che sono tifoso del Bayer Leverkusen dall’età di 16 anni.
Il mio capo ufficio, una brava persona davvero, è a conoscenza di questa passione smodata che mi lega visceralmente al Bayer.
Ogni giorno, ogni santo giorno, quando arrivo in ufficio, lui è lì e mi saluta con il solito “Guten Morgen Ulli.”
Il giorno dopo la semifinale di ritorno di Champions League contro il Manchester United (all’andata avevamo pareggiato per 2-2), un pareggio per 1-1 che ci porta dritti dritti alla finale di Glasgow, arrivo in ufficio con qualche minuto di ritardo, e lui è lì, ad aspettarmi. Mi viene incontro tutto sorridente e mi dice: “Bene Ulli, non vorrai certo perderti l’occasione di andare a Glasgow per la finale?”
Lo guardo sbigottito. Penso: “E che cazzo. Certo che no!”
“Prenditi pure un paio di giorni di vacanza. E… guten Morgen.”
Intanto avevo già intenzione di chiederli quei giorni. Ci stavo pensando dal fischio finale della sera prima. Una cosa è certa, mi ha tolto proprio un bel peso.
“Guten Morgen a lei signor direttore… e grazie.”
Ma poi. Come avrei potuto rinunciare ad una cosa del genere!
Il Bayer Leverkusen in finale di Champions League. A Glasgow. Contro il Real Madrid dei “Galacticos”.
Sarebbe stata follia anche il solo pensare di non andarci.
Così come sarebbe stata follia il solo pensare di poter vincere.
D’altra parte stiamo parlando del Real Madrid di Zidane, Figo e Raúl.
Comunque a Glasgow ci vado.
Giochiamo molto meglio di loro. Si vede. Anche se sono solo i primi minuti.
Poi all’8’ Raúl porta in vantaggio i “Blancos”. Ma non demordiamo e dopo poco raggiungiamo il pareggio con Lúcio.
E giochiamo bene, maledettamente bene. Credo che dovremmo vincere.
Siamo alla fine del primo tempo. L’arbitro sta per mettere il fischietto in bocca. All’improvviso una palla si impenna a campanile poco fuori della nostra area di rigore. Lì fuori ad attendere quel pallone c’è Zidane. Coordinazione perfetta. Esecuzione magistrale. Gol epico. Il Real è di nuovo in vantaggio.
Un gol magnifico che resterà negli annali della storia del calcio, così come il fatto che quel gol l’abbiamo subito noi.
Al 45’ una rete così avrebbe tagliato le gambe a chiunque. Ma rientriamo in campo e torniamo a macinare gioco, un gran bel gioco.
Ma il destino è davvero beffardo. Al 68’ si infortuna il portiere del Real, Cèsar. A sostituirlo un ragazzino, Iker Casillas.
Penso, pensiamo tutti, che è un gran colpo di fortuna. Il ragazzino se la farà sotto. Troppa pressione. E poi stiamo giocando davvero molto bene.
Avremmo scoperto quella sera che Casillas era un gran portiere. Non c’era verso di superarlo.
Un gran portiere davvero, ed il suo battesimo del fuoco l’abbiamo tenuto noi.
La Champion League prende la via di Madrid.
Di ritorno da Glasgow penso: “Beh dai Ulli, almeno ci è rimasta la finale di Coppa di Germania e poi c’è la Bundesliga!”
A Berlino, per la finale di Coppa di Germania, affrontiamo lo Schalke 04.
Partiamo bene, giochiamo bene e a metà primo tempo Berbatov ci porta in vantaggio. Sul finire del primo tempo potremmo addirittura raddoppiare. L’arbitro sta per mettere il fischietto in bocca, ed ecco il pareggio dello Schalke. La tragedia di Glasgow che si ripete.
Questa volta il pareggio alla fine del primo tempo ci ha segato le gambe. Rientriamo in campo con la paura che possa succede quello che è già successo pochi giorni prima.
Beh, succede esattamente come pochi giorni prima!
La coppa di Germania prende la via di Gelsenkirchen. Lo Schalke 04 vince per 4-2. Ma è stato in vantaggio anche per 4-1.
Però il primo tempo lo abbiamo giocato alla grande!
Quando spengo la tivvù penso: “Beh dai Ulli, almeno ci è rimasta la Bundesliga!”
La Bundesliga.
Alla trentesima giornata abbiamo 4 punti di vantaggio sul Borussia Dortmund. 4 punti! 4 cazzo di punti.
Abbiamo giocato un calcio magnifico per tutta la stagione, poi queste due sconfitte in finale hanno minato le nostre certezze. Nelle ultime 3 giornate facciamo un punto. Un solo punto.
Così inspiegabilmente, inconcepibilmente, inesorabilmente abbiamo perso anche il titolo di Campione di Germania! Il Meisterschale prende la via di Dortmund.
Mi sono detto: “Beh Ulli a questo punto non ci è rimasto proprio un bel cazzo di niente!”
Il Dio del calcio non ha voluto che entrassimo nel suo Olimpo. Questa è l’unica spiegazione.
Tuttavia quel maledetto 2002 mi appartiene. Ci appartiene.
Quella dannata stagione è mia. È nostra. Nonostante tutto.
Fa male, molto male ripensarci.
Essere arrivati a tanto così dal vincere tutto e non aver vinto un cazzo di niente.
Ancora più fastidioso è andare in giro per gli stadi Tedeschi e sentir cantare “NEVERKUSEN. NEVERKUSEN”
Non sono certo il tipo di tifoso che si accontenta. Uno di quelli che prova consolazione nel pensare: “Secondi è meglio di niente. È già buono. Le finali è meglio giocarle.”
Il mio obiettivo. Il nostro obiettivo. Quello del Leverkusen è di essere primi un giorno.
Il nostro obiettivo è festeggiare una vittoria.
Un giorno vorrei poter non sentire più quel cazzo di “NEVERKUSEN”, vorrei potergli cantare in faccia “MEISTERKUSEN!”
Ad ogni modo, io sono e sarò sempre tifoso del Leverkusen. Qualunque cosa accada. Qualunque sia il destino che il Dio del pallone vorrà riservarci.
Se ci pensate è un po’ come l’amore, quello vero: sai di aver trovato la giusta metà, sai anche che ci saranno degli alti e bassi, e sai che farai di tutto per tenertela stretta.
Il Bayer fa parte della mia vita.
Anche nella sconfitta.
Anche senza titoli.
E comunque in quel cazzo di 2002 giocavamo davvero un calcio bellissimo.
- Video - Zinedine Zidane Goal vs Bayer Leverkusen Final 2002 (All angles) - via YouTube