Club de Gimnasia y Esgrima La Plata

Club de Gimnasia y Esgrima La Plata

Club de Gimnasia y Esgrima La Plata

Club calcistico, fondato il 3 giugno 1887 a La Plata (Argentina)

Tutte le informazioni mostrate in questa linea temporale sono state raccolte da Wikipedia

“C he altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto.” - Jorge Luis Borges

Ogni volta che il Gimnasia scende in campo, ogni maledetta volta che deve affrontare una partita, lui, mio padre, si rintana nel salotto. Il salotto, per quei dannati novanta minuti, è la sua isola felice.

Si è convinto, mio padre, a torto o a ragione, di portare sfortuna alla squadra per cui fa il tifo e per cui io, Martin, 30 anni, scrittore, faccio il tifo.

A causa sua o per merito suo aggiungerei.

Questo decidetelo voi.

Si è convinto di questa cosa, cioè di portare male al Gimnasia, nel corso degli anni, a causa di tutte le vittorie sfumate sul filo di lana, a causa di tutte quelle vittorie che all’ultimo istante si sono trasformate in sconfitte cocenti. Lui, mio padre, le ha vissute tutte. O quasi.

Formación del Gimnasia y Esgrima La Plata Campeón de 1929

Con il tempo, e con le delusioni, si è quindi persuaso di essere lui stesso la causa del male del suo amato “Lobo”.

Il Club de Gimnasia y Esgrima La Plata, o più semplicemente Gimnasia, è il club calcistico più antico del Sud America. È stato fondato nel 1887 ma, non ha mai vinto un titolo. Almeno nell’era del professionismo. Certo qualche medaglia sul petto c’è! Ad esempio il Gimnasia è stato il primo club Sudamericano a battere il Real Madrid sul suo terreno di gioco. Real Madrid 2 Gimnasia 3! Vero anche che era il 1931!

Comunque, tutte le domeniche pranziamo in famiglia. Per noi è una tradizione. Quel 15 Ottobre 2006, una domenica per l’appunto, non fa eccezione. Però quella domenica mia madre ha anticipato il pranzo. Mia madre, povera martire, sa che tra poco inizierà una partita molto particolare. Una di quelle che io e mio padre non possiamo perdere. In verità, che io non posso perdere, dato che lui, mio padre, si ritirerà nel suo salotto.

La partita in questione è il “Clasico de La Plata”. Fra poco meno di un’ora il Gimnasia affronterà l’Estudiantes del “Cholo” Simeone.

Non posso tradire mio padre. Non posso venire meno alla tradizione domenicale. Quindi la partita la seguirò da casa. Siamo ancora in tavola e lui, mio padre, butta l’occhio all’orologio da polso. Mi fa un cenno con gli occhi. Mi alzo e vado in quella che era la mia camera da ragazzo. In quello che è stato il mio sancta sanctorum c’è il computer. Sullo schermo scorrono già le immagini della partita. Ho perso i primi tre minuti dell’incontro.

Mia madre, santa donna, inizia a sparecchiare. Lui, mio padre, si sposta in salotto. Entra. Si chiude la porta alle spalle e va ad accomodarsi sulla sua poltrona. Accende il sigaro domenicale. Si versa un goccio di brandy e apre il giornale. Lo stesso che ha già letto questa mattina.

All’intervallo siamo sul 3-0. Per loro. Per l’Estudiantes.

A quel punto il nostro allenatore, Pedro Troglio, si trova davanti ad un gran bel dilemma: rinforzare la difesa per cercare di contenere la furia avversaria o tentare l’impresa di acciuffare un pareggio insperato e poi, magari, chissà, addirittura andare ad agguantare una vittoria epica?

Bene, Troglio con coraggio, sceglie di tentare il tutto per tutto.

Il secondo tempo è appena iniziato ed ecco il quarto gol dell’Estudiantes. E, come se non bastasse, Basualdo si è fatto pure espellere. Adesso ci toccherà giocare con un uomo in meno!

La partita è finita. Abbiamo perso. Hanno vinto per 7-0! Uno schiaffo di una violenza inaudita.

Il capitano dell’Estudiantes, Juan Veron, appena rientrato in Argentina dopo anni di successi in Europa, si avvicina all’arbitro e gli chiede di non concedere recupero. L’arbitro gentilmente acconsente.

Sono rimasto imbambolato davanti al monitor del computer per diversi minuti. Non saprei dire quanto con esattezza. Giusto il tempo di riprendermi da quel poderoso ceffone. Soprattutto, giusto il tempo per pensare a come poter dare la notizia a lui, mio padre.

Formación del Gimnasia y Esgrima La Plata campeón de la Copa Alende de 1960

Alla fine mi sono deciso. Ho preso coraggio. Ho bussato alla porta del salotto e sono entrato. Mi sono seduto nell’altra poltrona, affianco a lui. Separati solo dal tavolino sul quale è appoggiato il bicchiere da brandy. Vuoto.

Quindi?” mi dice senza abbassare il giornale, “Abbiamo perso!

Si papà.

L’ho immaginato. Sai non ho sentito nessuno dei vicini esultare.” All’improvviso abbassa il giornale e continua: “Ma, quanto abbiamo perso?

Vieni con me” dico, “vieni a vedere tu stesso papà.

Su dai. Dimmelo. Ormai lo so che abbiamo perso. Che differenza vuoi ch faccia vedere il risultato con i miei occhi!

Ho dovuto insistere, però alla fine sono riuscito a portarlo nella mia vecchia camera. L’ho fatto sedere sulla sedia, davanti al monitor del computer. Ho puntato l’indice sullo schermo all’altezza del risultato e l’ha visto.

Ha un momento di smarrimento. Ho paura possa sentirsi male. Ho paura possa svenire. Ho paura che davanti ad una delle nostre sconfitte più umilianti possa avere un attacco di cuore.

Ma lui, mio padre, è un uomo forte.

Cos’è questa roba? È uno scherzo?

Gli faccio cenno di no con la testa. Non ho parole per spiegargli quello che è accaduto.

Ah, ma è un sconfitta storica!

Mi sarebbe piaciuto dirgli: “Vedi papà, non sei certo tu che porti sfortuna al Gimnasia.” Ma poi ho pensato che un figlio non ha il diritto di sottolineare le vergogne di un padre.

Da quel 15 Ottobre 2006 non abbiamo più vinto un Clasico.

I tifosi dell’Estudiantes, e non solo loro, ce ne dicono di tutti i colori. “Vergini”. “Perdenti”. Queste parole in Argentina sono diventate quasi sinonimo di Gimnasia!

I tifosi dell’Estudiantes poi hanno una canzone tutta per noi.
Fa così:
Pasan los años
pasan los jugadores
Gimnasia y Esgrima que pobre institución
pensar que muchos viejos se murieron
y no pudieron ver al Lobo campeón.

Ogni volta che la cantano mi fa una tristezza infinita. Pensare ai vecchi che non hanno mai visto trionfare il “Lobo” mi fa piangere. Perché dobbiamo soffrire così tanto per i nostri colori?

Formación del equipo Gimnasia y Esgrima La Plata de 1970.

Quando ci chiamano “amargos”, uno degli insulti peggiori in Argentina, posso capirlo. Ma quando ci chiamano “pecho frio”, quando dicono che noi del Gimnasia non abbiamo coraggio, non abbiamo cuore, quello no. Non lo capisco. Quello non posso accettarlo.

Il cuore di un tifoso del Gimnasia è a pezzi. È segnato da mille ferite. Alcune profondissime come questo 7-0. Ma continua a battere e ad ardere di passione. Arde di un fuoco inestinguibile.

Un giorno moriremo.
Tristi.
Forse come i vecchi della canzone dei tifosi dell’Estudiantes che non hanno mai visto trionfare il “Lobo”.
Ma avremo vissuto con la speranza di essere campioni almeno una volta. Magari anche il prossimo anno…
O magari saranno i miei figli o i figli dei loro figli a vivere questa gioia suprema…
Ad ogni modo sarà quel che sarà.

Tradotto e liberamente adattato da "Comment vivre avec la défaite", So Foot, Aprile 2017
Fotografie
  1. Formación del Gimnasia y Esgrima La Plata Campeón de 1929 via Wikipedia
  2. Formación del Gimnasia y Esgrima La Plata campeón de la Copa Alende de 1960 via Wikipedia
  3. Formación del equipo Gimnasia y Esgrima La Plata de 1970. via Wikipedia