Hans-Olof Hasse Holmqvist

Hans Holmqvist

Hans Holmqvist

Centrocampista, nato il 27 Aprile 1960 a Stoccolma, Svezia

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Una telefonata può cambiare la vita?
“Pronto. Casa Holmqvist?”
“Si. Casa Holmqvist. Sono Hans. Con chi ho il piacere di parlare?”
“Chiamo dalla redazione de “Il Resto del Carlino”. Lo sa, domenica il Cesena affronterà il Milan. Che cosa consiglierebbe alla sua ex squadra per una partita così difficile?”
Questa telefonata l’ho ricevuta nel mese di Settembre del duemiladieci a casa mia, a Stoccolma.
A questo punto, logicamente, vi chiederete: ma chi è questo Hans Holmqvist?

Sono Svedese, ma in verità non rappresento il cliché dello Svedese classico. Anzi sono tutto l’opposto: un metro e settantaquattro centimetri per sessantanove chili! Sì, sono piccolo e tozzo, però sono biondo. Tanto basta per essere definito nordico!
Sono arrivato in Italia nell’estate del millenovecentoottantotto passando per la Svizzera. Gioco nello Young Boys Berna. Come centravanti. Mi disimpegno bene anche, tant’è che sono arrivato a vestire la maglia della Nazionale Svedese. Holmqvist - Svezia Così all’età di ventotto anni, ricevo la mia prima telefonata da Cesena: mi viene data l’opportunità di provare ad esprimere il mio talento in uno dei tornei più difficili e belli d’Europa. Almeno allora la Serie A era così!
Il Cesena, alla seconda stagione consecutiva nella massima serie, aveva perso uno degli artefici della salvezza, un tale Ruggero Rizzitelli, ed il Presidente Edmeo Lugaresi, con quella telefonata, decide che sono io il “pezzo da novanta” del mercato del cavalluccio. Ecco, la telefonata che ti cambia la vita!

Il mister, Albertino Bigon, mi affianca in attacco al condor Agostini, un soprannome che si è guadagnato più per il naso secondo me. Comunque, i risultati stentano ad arrivare, anzi, non arrivano proprio. D’altronde mister Bigon quando mi ha visto deve aver pensato che sarei sgattaiolato tra gli arcigni difensori italiani come faceva il mio collega Rizzitelli, ma, le giornate passano e l’unica certezza è che verrò sostituito sistematicamente intorno all’ora di gioco tra fischi e mugugni. Anche in trasferta!
Il millenovecentoottantotto finisce così: il Cesena latita nelle ultime posizioni e io non ho segnato nemmeno lo straccio di una rete!

L’anno che verrà, il millenovecentoottantanove, sarà un anno molto particolare, in pochi mesi cambieranno non solo i confini geografici e politici dell’Europa, ma anche mentali. Cadrà il Muro di Berlino, Solidarnosc vincerà le elezioni in Polonia, il dittatore romeno Ceausescu verrà giustiziato, il mondo intero si libererà dalla paura della Guerra Fredda, gli studenti cinesi inizieranno a protestare in piazza Tienanmen e morirà in un banale incidente stradale in Polonia Gaetano Scirea, grande uomo, colonna della Juventus e della Nazionale Italiana.

Ma soprattutto il millenovecentoottantanove sarà il mio anno.

È l’otto Gennaio. L’anno è iniziato da soli otto giorni. Il calendario calcistico dice che è la dodicesima giornata. Noi affrontiamo fra le mura amiche del “Dino Manuzzi” il Milan, lo squadrone degli Olandesi capitanati da Franco Baresi. Quel Milan che sarebbe poi diventato campione d’Europa e del mondo sotto la guida di un omino piccino. Scegliete voi l’omino piccino che preferite!
Un tale, un americano, un artistoide, qualche tempo fa ha detto che tutti avremmo avuto quindici minuti di celebrità. Ecco, un profeta!
Parola di Svedese, quella domenica faceva freddo.
Hans Holmqvist con la maglia del Cesena (1989) Corricchiavo su e giù per il campo, più che altro per scaldarmi. Poi, a venti minuti dalla fine, proprio mentre ciondolavo nella metà campo rossonera in attesa di essere sostituito, un ragazzino fa partire un azione di rimessa passando il pallone ad Agostini che si spinge sulla sinistra inseguito da un difensore, il condor crossa la palla in mezzo, proprio dove mi trovo io, che di sinistro trafiggo Giovanni Galli in uscita! Cos’altro potevo fare!
Eccolo il mio quarto d’ora di notorietà. Cosa dico? I miei quindici secondi! A me è bastato molto meno. Un goal, un solo goal, non solo per vincere la partita, ma anche per rimanere per sempre nella memoria dei tifosi.
Pensate, ogni volta che il Cesena affronta il Milan i quotidiani Romagnoli tirano fuori dall’archivio immagini e i ricordi dell’impresa.
Ma a proposito, non siete curiosi di sentire cos’ho risposto al giornalista de “Il Resto del Carlino” quel settembre duemiladieci? Si? L’importante è che il Cesena giochi bene in difesa, perché gente come Ibra non perdona. Quindi mai scoprirsi, mai rischiare l’arrembaggio, bisogna giocare con la testa, compatti in ogni zona del campo. Questo ho detto.
Sapete com’è finita la partita?
Il Cesena ha vinto due a zero!
Una telefonata può cambiare la vita!
In più mi spettano ancora quattordici minuti abbondanti di notorietà!

Fotografie
  1. Figurina Calcio Holmqvist nel Cesena
  2. Figurina Holmqvist n.37 - Svezia allnumis
  3. La gioia di Holmqvist e Agostini (Guerin Sportivo, 1989) TCW
Le parole liberamente attribuite a Hans Holmqvist sono state ricostruite attraverso libri, interviste e altre fonti storiche, sono ispirate a fatti realmente accaduti e in seguito romanzate.