Il 7 settembre 2018, Italia e Polonia si sono affrontate nella prima partita della nuova competizione
europea per Nazionali, la UEFA Nations League. La nostra Nazionale, inserita nel girone 3, se la
sarebbe dovuta vedere anche contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo tre giorni dopo. Per la
cronaca: 1-1 contro i biancorossi, sconfitta di misura 1-0 contro la Seleção das Quinas.
Il Commissario Tecnico Roberto Mancini, il 2 settembre precedente, aveva diramato le
convocazioni per i due match e aveva chiamato trentuno giocatori. Alla voce “centrocampisti”, c’era
un nome nuovo, il nome di un ragazzo di 19 anni in forza alla Roma: Nicolò Zaniolo, praticamente
sconosciuto.
Come al solito, in puro Italian style, polemiche e critiche: “Chi è Zaniolo?”, “Perché è stato
convocato?”, “E’ troppo giovane, non ha mai giocato in Serie A”; “Con i giovani non si va da
nessuna parte” e via discorrendo.
Zaniolo, fino a quel momento, non aveva ancora giocato un minuto con i giallorossi: era un
debuttante nel vero senso della parola. Mancini difese la sua scelta (ed il giocatore) dicendo che lo
aveva convocato perché lo aveva visto in azione nel Mondiale Under 19 giocato in Finlandia di due
mesi prima (con gli “azzurrini” secondi classificati), gli era piaciuto e lo aveva chiamato.
Nicolò Zaniolo divenne il sesto giocatore convocato in Nazionale senza aver mai giocato in
massima serie: prima di lui Raffaele Costantino, Massimo Maccarone, Marco Verratti, Vincenzo
Grifo e Alex Meret.
Zaniolo non giocò né contro la Nazionale di Lewandoski e Piatek né contro i campioni d’Europa,
ma il fatto di essere lì significava una cosa: c’è della gioventù interessante nel calcio italiano del
post-Svezia.
Il 19 settembre successivo, la Roma di Eusebio di Francesco ha giocato a Madrid contro il Real di
Zidane nella prima giornata del girone G di Champions League. Il tecnico abruzzese schierò dal 1’
proprio Nicolò Zaniolo. Come in Nazionale, anche qui il centrocampista di Massa era al debutto
assoluto con la maglia della Roma e di Francesco decise di farlo giocare dal 1’ niente meno che al
“Bernabeu”. Che Zaniolo sia allenato da pazzi? No, semplicemente da allenatori che sanno e
capiscono di calcio. Ed infatti il numero 22 toscano, nonostante la scoppola rimediata dalla Roma
(3-0), è stato addirittura tra i meno peggio.
Non male per un giocatore che solo l’11 marzo 2017 aveva debuttato in Serie B con la Virtus
Entella, giocando in tutto sette partite fino alla fine del campionato. Da Chiavari poi era passato per
2 milioni alla Primavera dell’Inter dove vinse il campionato di categoria segnando in tutto
quattordici reti. Poi i nerazzurri lo misero nel “pacchetto” con Santon nell’operazione che portò
Nainggolan all’Inter e per Zaniolo niente debutto con la maglia meneghina.
Il resto è storia recente: il 26 settembre 2018 Zaniolo ha fatto il suo debutto in Serie A (da
subentrato) contro il Frosinone, il 3 novembre ha debuttato dal 1’ minuto contro la Fiorentina ed il
26 dicembre ha segnato la sua prima rete in massima serie (al Sassuolo a Roma). Ed il 23 marzo
scorso Roberto Mancini lo fece debuttare in Nazionale: cinque minuti contro la Finlandia e
nell’ultima goleada al Liechtenstein Nicolò Zaniolo, maglia numero 16, ha sentito per la prima volta
l’Inno di Mameli dal campo e non dalla panchina.
I fatti ora parlano da sé: in doppia cifra finora in maglia romanista (con due reti segnate in
Champions League contro il Porto lo scorso 12 febbraio che lo hanno reso l’italiano più giovane a
segnare una doppietta nella “coppa dalle grandi orecchie”) ed un prezzo del cartellino che lievita
sempre più.
Non c’è che dire: Zaniolo fa parte di quella schiera di millennials (da Chiesa a Pellegrini, da Kean a
Barella, da Tonali a “Gigio” Donnarumma) che si stanno dimostrando come la nuova linfa del
nostro calcio.
Figlio d’arte (il padre Igor ha giocato in Serie B con le maglie di Cosenza, Ternana, Salernitana e
Messina), Nicolò Zaniolo ha le stimmate del predestinato: buona tecnica (ancora da sgrezzare),
visione di gioco, rapidità, forza fisica e voglia di fare. Deve migliorare come “testa”: nello
sfortunato Europeo Under 21 della scorsa estate, lui e Kean sono stati esclusi dal Ct di Biagio dalla
partita contro il Belgio per essersi presentati in netto ritardo alla rifinitura pre-partita. Di Biagio non
ha battuto ciglio e ha escluso i due giocatori dall’incontro. Un gesto quello del centrocampista (e
dell’attaccante) che ha alzato un vespaio di critiche nei suoi confronti quasi ad intendere che Zaniolo
non doveva montarsi la testa e rimanere tranquillo.
Detto questo, la stagione in corso vede la Roma di Paulo Fonseca in cerca del quarto posto in
campionato e del passaggio della fase a gironi di Europa League grazie ai suoi talenti di cui uno è
proprio Zaniolo, quello su cui il tecnico portoghese punta maggiormente. E finora il giocatore di
Massa cresciuto a La Spezia (con Kakà nel cuore) non sta deludendo e ha voglia di fare capire con
chi si sta avendo a che fare.
Basti pensare alla “strana” esultanza dopo il gol contro il Borussia M’bach in Europa League lo
scorso 24 ottobre: dita nelle orecchie. Tanti si sono chiesti il motivo e il giovane Nicolò (in maniera
sprezzante) aveva fatto intendere che quella rete significava smentire categoricamente le parole di
Fabio Capello che aveva detto che Sebastiano Esposito, il classe 2002 che in tre giorni aveva
debuttato in Champions League ed in campionato con l’Inter, non dovrà fare come Zaniolo, facendo
intendere che il centrocampista della Roma è una testa calda e che il talentino interista non dovrà
prenderlo come esempio. Critiche rispedite al mittente (anche da parte del pubblico dell’Olimpico, a
dirla tutta).
Zaniolo, nato il giorno prima che la Nazionale italiana di basket di Fucka e Myers vincesse l’oro europeo a Parigi e sei mesi prima del Millennium bug, ha le physique du rôle: 190x80, un sinistro
importante e tanta voglia di dimostrare al Mondo che il calcio italiano ha bisogno di lui.
Questo ragazzo, scartato dalla Fiorentina nove anni fa e ritenuto una mera contropartita dall’Inter, si
sta imponendo come un giocatore efficace, che ha fame di gol e voglia di diventare un top player
italiano, europeo ed internazionale.
Il tempo è dalla sua. Starà a lui smentirsi o confermare.
Per la cronaca, Zaniolo ora vale almeno 45 milioni di euro e Nainggolan all’Inter ha fatto
malissimo.
Illustrazione "Nicolò Zaniolo celebra il goal del tre a uno al Sassuolo" - Fútbolismo © Tutti i diritti riservati