Roger Milla, makossa e gol

Albert Roger Mooh Miller

Albert Roger Mooh Miller

Attaccante, nato Yaoundé (Camerun) il 20 maggio 1952

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L’8 giugno 1990 per l’Italia fu un giorno importantissimo. Un giorno speciale che mise il nostro Paese al centro del Mondo.

Non ci furono elezioni politiche e non successe nulla di preoccupante quel giorno, se non che iniziava l’evento sportivo più seguito al Mondo dopo le Olimpiadi: ebbero inizio i XIV Campionati del Mondo di calcio (noti come "Italia ‘90"). A distanza di 56 anni dalla prima volta (era il 1934), il nostro Paese ospitava la principale kermesse calcistica del Mondo.

Eravamo la quinta potenza economica mondiale, c’era un benessere diffuso e l’anno prima Raf, a Sanremo, cantava "Cosa resterà di questi anni 80", in ricordo di una decade strepitosa sotto tutti i punti di vista per il Belpaese.

L’Italia ebbe la nomina di Paese organizzatore nel maggio 1984 nell’ambito della rotazione "quattro anni in Europa/quattro anni in Sudamerica". Roma prevalse sull’Unione Sovietica e quell’assegnazione fu la nostra consacrazione: il nostro calcio e le nostre infrastrutture sportive erano all’avanguardia e, proprio nel 1990, ci fu l’apice del dominio delle squadre italiane di club in Europa (il Milan vinse la Coppa Campioni, la Sampdoria la Coppa delle Coppe e la Juventus la Coppa UEFA, nel primo derby europeo tra due squadre italiane superando la Fiorentina). Con il senno di poi, se i Mondiali non si fossero disputati in URSS, magari li avremmo organizzati ugualmente noi vista la situazione al di là della fu "cortina di ferro".

Ogni città ospitante (erano dodici in tutto) poté disporre di ingenti somme di denaro da investire in mobilità, nel restyling e nella costruzione di nuovi stadi. Peccato che alla fine dell’evento (e negli anni successivi) si scoprì che i costi erano quasi raddoppiati, i due stadi costruiti ex novo non ebbero il successo sperato (uno di questi, il "delle Alpi", fu abbattuto e al suo posto oggi c’è un altro stadio) e si creò un deficit mostruoso.

Italia 90 - Nazionale di calcio dell'Italia

Dal punto di vista calcistico, i Mondiali di Italia ‘90 si pensava fossero ad appannaggio della nostra Nazionale, non solo perché Paese organizzatore, ma perché dotata della rosa più forte di tutte le altre ventitre concorrenti.

La finale si tenne allo stadio "Olimpico" di Roma il mese successivo l’apertura e…non vide l’Italia giocare per l’alloro mondiale. La nostra Nazionale fu estromessa dall’Argentina in semifinale ai calci di rigore. Gli azzurri del Commissario tecnico Azeglio Vicini si classificarono terzi sconfiggendo l’Inghilterra nella "finalina" di Bari, mentre la finalissima fu tra l’Argentina di Maradona campione del Mondo uscente e la Germania (ancora) Ovest di Matthaus, alla terza finale mondiale consecutiva dopo Spagna ‘82 e Messico ‘86. E quattro anni prima la finale fu Albiceleste contro Mannschaft.

A dimostrare la forza della Serie A, dei venticinque giocatori scesi in campo la sera dall’8 luglio 1990, dieci militavano in Serie A ed erano "italiani" anche i due capitani. Mai, fino a quel momento, i due capitani delle squadre finaliste di un Mondiale militavano nel nostro campionato.

L’Italia si consolò con la vittoria di Salvatore Schillaci della classifica marcatori, a distanza di otto anni da quella di Paolo Rossi.

Delle ventiquattro Nazionali partecipanti, tre di queste furono alla loro ultima partecipazione (Urss, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Germania Ovest) e dal punto di vista tecnico, fu un Mondiale discreto, anche se alcune Nazionali delusero le aspettative, in particolare i campioni d’Europa in carica dell’Olanda ed il Brasile, in preda ad un ricambio generazionale che non diede alla Seleçao campioni come in passato.

Avrebbe meritato di arrivare almeno in semifinale la Jugoslavia: i "brasiliani dei Balcani", una rosa attrezzata e composta da calciatori che negli anni Novanta fecero la fortuna dei club europei, furono eliminati solo ai rigori dall’Argentina nei quarti. Se avessero vinto Stojković e soci, la semifinale sarebbe stata Italia-Jugoslavia e lo spettacolo sarebbe stato assicurato. Ma con i se e con i ma non si gioca a calcio e non si possono modificare situazioni accadute precedentemente.

Le sorprese furono il Camerun e l’Eire: i Leoni indomabili (al loro secondo mondiale) e gli irlandesi (al debutto) si spinsero fino ai quarti, con gli africani prima Selezione del Continente nero ad andare così avanti in un Mondiale (impresa poi eguagliata dal Senegal nel 2002 e dal Ghana nel 2010).

La grande sorpresa di Italia ‘90, anche mediaticamente, è stata senza ombra di dubbio proprio il Camerun.

Inserita nel girone B con Argentina, Romania ed Unione Sovietica, la Selezione del Ct Valerij Nepomnjaščij fu eliminata nei quarti solo ai supplementari dall’Inghilterra con gol di Lineker su rigore. Un successo inaspettato, anche se la squadra era nel complesso temibile, essendo arrivata al Mondiale con due vittorie nelle ultime tre edizioni della Coppa d’Africa, perdendo anche una finale nel mentre.

Il primo sentore che la Nazionale verde-gialla-rosso potesse fare bene si ebbe già l’8 giugno 1990 quando, in un "Meazza" rinnovatissimo, nella partita inaugurale del torneo, il Camerun affrontò subito i campioni del Mondo uscenti dell’Argentina guidati da Diego Armando Maradona.

Italia 90 - Diego Maradona e Benjamin Massing

A distanza di otto anni, gli africani tornavano a calcare il palcoscenico di un Mondiale: era da Spagna ‘82 che l’inno del Camerun non si sentiva in un Mondiale e la Nazionale africana fu eliminata solo per la differenza reti, pareggiando le tre partite del suo girone.

Pronti, via e…il Camerun vinse subito. Alla squadra africana bastò il gran gol di testa di François Omam-Biyik per sconfiggere, a sorpresa, i molto più quotati sudamericani. Fu una partita pazza con gli argentini che provarono ad impensierire il portiere camerunense Joseph Antoine Bell, mentre gli africani erano indemoniati e giocarono molto meglio della Albiceleste. Addirittura i Leoni indomabili chiusero il match in nove uomini per via di due espulsioni. Argentina che doveva già rincorrere e Camerun in brodo di giuggiole.

Nelle successive partite, gli africani sconfissero la Romania (2-1) e persero sonoramente contro l’Unione Sovietica (0-4), alla sua ultima partita mondiale. Il "Camerun dei miracoli" chiuse in testa il girone davanti a Romania e Argentina che proseguì il suo cammino solo perché fu una delle quattro migliori terze classificate nei gironi. Un passaggio preso per i capelli.

Per la prima volta, una squadra africana superava la fase a gironi. Prossima avversaria, allo stadio "San Paolo", la forte Colombia dei talenti Valderrama e Higuita.

Italia 90 - Roger Milla

Con grande cinismo e freddezza, il Camerun superò anche i cafeteros ma nei quarti ebbe la meglio, come detto, la Nazionale dei Tre leoni. Il Camerun fu eliminato: terminava con l’essere tra le otto squadre del Mondo la favola dei Leoni indomabili ad Italia ‘90.

Il vero eroe di quella Nazionale (e di tutta la manifestazione) fu, senza ombra di dubbio, Roger Milla.

Classe 1952, Milla è stato il vero trascinatore dei Leoni indomabili nel "nostro" Mondiale. Già presente in Spagna, nel 1990 Milla giocava nelle Isole Reunion ed ebbe una carriera che lo vide giocare in patria (dove vinse due titoli nazionali, una coppa nazionale ed un titolo continentale africano) e per dodici stagioni consecutive (1977-1989) in Francia con le maglie di Valenciennes, Monaco, Bastia, Saint Etienne e Montpellier, vincendo nel complesso due Coppe di Francia ed un campionato di Ligue 2.

La sua caratteristica era la corsa, unita ad una buona tecnica. Fisicamente non eccezionale, quel Camerun deve tanto al suo attaccante e proprio grazie a lui se la Nazionale verde-gialla-rossa arrivò a sette minuti da una incredibile semifinale.

Ma torniamo allo stadio San Paolo e a quel 23 giugno, Camerun contro Colombia.

La partita si chiuse sul punteggio, nei tempi regolamentari, di 0-0 e le squadre andarono ai supplementari. Anche il primo extra time si chiuse sul punteggio di parità: se al 120’ il risultato fosse stato ancora in parità, le due Nazionali sarebbero andate ai calci di rigore.

Tra il 106’ ed il 108’, Milla prese in mano la situazione: prima segnò di sinistro dopo una bella azione personale e due minuti dopo, sfruttando un avanzamento troppo azzardato del portiere avversario René Higuita verso il centrocampo, tolse senza tanta fatica la palla al baffuto portiere e si involò tutto solo verso la porta avversaria. 2-0 e Camerun che ipotecava il passaggio del turno. La Colombia segnò il gol della bandiera poco dopo, ma tra le prime otto squadre del Mondo ci entrò alla grandissima il Camerun.

Italia 90 - Roger Milla e René Higuita

Roger Milla entrò nella case degli italiani ballando al ritmo della makossa, una tipica danza camerunense, davanti alla bandierina del calcio d’angolo.

Che fosse una sorpresa si sapeva, ma che il Camerun ce la stesse mettendo tutta per arrivare tra le prime quattro del Mondo nessuno lo avrebbe mai immaginato.

Tra i "leoni" e le semifinali, come detto, ci fu l’Inghilterra di Lineker. La partita si disputò ancora a "San Paolo" e anche questa volta, il Camerun portò gli ancora più forti avversari ai tempi supplementari.

Italia 90 - Inghilterra-Camerun 3-2, Gary Lineker

Gli africani pagarono forse l’inesperienza e la pressione, fatto sta che fino al minuto 82 erano avanti 2-1. Milla si era procurato il rigore realizzato da Kundé e poi aveva fornito l’assist a Ekéké per il vantaggio: se avesse anche segnato, Roger Milla avrebbe fatto la partita perfetta. Peccato che un rigore di Lineker al minuto 83 portò le squadre sul 2-2 e al 115’ ecco il secondo rigore di Lineker che eliminò gli africani e che spinse l’Inghilterra per la seconda volta nella sua storia ad una semifinale mondiale.

Il Camerun divenne la squadra simpatia del Mondiale, un Mondiale che alla fine si rivelò amaro per l’Italia e anche amaro di cose belle, visto che fu uno dei campionati con meno gol segnati ma tra i più intensi con otto partite su sedici della fase ad eliminazione diretto che terminarono ai supplementari, di cui quattro ai rigori. Il tutto chiuso con quella che a oggi è considerata la peggior finale della storia dei Mondiali, decisa da un rigore molto dubbio in favore della Germania Ovest e che vide durante l’esecuzione degli inni nazionali sonori fischi all’indirizzo di Maradona e compagni con lo stesso pibe de oro ripreso ad insultare, in diretta mondiale, tutti quanti stavano mancando di rispetto alla sua Nazione.

Grazie ad Italia ‘90, il Mondo conobbe Roger Milla, 38 anni e professionista da almeno venticinque.

Un giocatore, per nulla banale ma che ha contribuito a rendere, per almeno un decennio, la Nazionale camerunense la più forte del suo Continente: tra il 1982 ed il 1988, il Camerun prese parte ad un Mondiale e a tre edizioni della Coppa d’Africa, vincendone due volte e perdendo una finale. Milla in due edizioni su tre vinse la classifica marcatori.

Milla ad Italia ‘90 non partì sempre titolare, ma riuscì a segnare quattro reti, chiudendo la kermesse alla pari con attaccanti di livello come Lineker, Matthaeus, Michel, e a due reti dal vincitore della classifica marcatori, Schillaci. Se magari avesse giocato di più, magari Roger Milla avrebbe segnato di più e magari vinto la classifica marcatori. Ma nessuno di noi ha la controprova.

Quattro anni dopo, sull’aereo per gli States, si imbarcò per il suo terzo Mondiale un 42enne Milla, chiamato in Nazionale a furore di popolo, lui che nel frattempo era ritornato nel club che lo aveva lanciato, il Tonnerre Yaoundé. Milla si era ritirato dalla Nazionale già dopo la vittoria della Coppa d’Africa nel 1988 ma, sia per Italia ‘90 sia per Usa ‘94, fu richiamato in Nazionale a gran voce (a dire il vero, nel primo caso, anche a furor di…politica). E nel Mondiale americano, cosa poteva fare il calciatore africano del secolo, considerato tra i più forti attaccanti del XX secolo? Segnare il gol della bandiera del tremendo 6-1 impartito dalla Russia. Solo che quel gol fu epico: ancora oggi, Roger Milla è il calciatore più anziano ad aver segnato ad un Mondiale. E difficilmente il suo primato verrà battuto, perché a 42 anni è difficilissimo che si giochi un Mondiale e si segni.

Stiamo parlando di uno che ha vinto due volte il Pallone d’oro africano a distanza di 14 anni dal primo, uno che ha segnato in carriera alla media di un gol ogni due partite. Di uno che ha portato in alto il calcio africano. Di uno che oggi rappresenta l’Africa nel Mondo come ambasciatore.

Mesdames et Messieurs, voilà Roger Milla. E ora scateniamoci tutti a ritmo di makossa.

Ps: la squadra che passò il turno a Spagna ‘82 per una differenza migliore a scapito del Camerun fu l’Italia, che poi vinse il Mondiale.

Illustrazione a cura di Fútbolismo © Tutti i diritti riservati
Fotografie e video
  1. Napoli, stadio San Paolo, 3 luglio 1990. La formazione dell'Italia scesa in campo contro l'Argentina nella semifinale del campionato del mondo 1990. Da sinistra, in piedi: W. Zenga, P. Maldini, F. De Napoli, R. Ferri, G. Bergomi (capitano); accosciati: F. Baresi, G. Giannini, R. Donadoni, S. Schillaci, G. Vialli, L. De Agostini - via Wikipedia
  2. Milano, stadio Giuseppe Meazza, 8 giugno 1990. Il fantasista e capitano argentino Diego Armando Maradona (in primo piano) marcato dal difensore camerunense Benjamin Massing (in secondo piano) nel corso della sfida tra Argentina e Camerun (0-1) valevole per la fase a gironi del campionato del mondo 1990 - via Wikipedia
  3. Napoli, stadio San Paolo, 23 giugno 1990. L'attaccante camerunense Roger Milla esulta dopo un suo gol, durante la sfida Camerun-Colombia (2-1 d.t.s.) valevole per gli ottavi di finale del campionato del mondo 1990. via Wikipedia
  4. Napoli, stadio San Paolo, 23 giugno 1990. Roger Milla approfitta del clamoroso errore del portiere colombiano René Higuita e s'invola verso l'area avversaria, dove a porta sguarnita siglerà il secondo e decisivo gol per la nazionale africana, nel corso della sfida tra Camerun e Colombia (2-1 d.t.s.) valevole per gli ottavi di finale del campionato del mondo 1990. - via Wikipedia
  5. Napoli, stadio San Paolo, 1º luglio 1990. L'attaccante inglese Gary Lineker nella morsa della difesa camerunense, con il portiere Thomas N'Kono e il difensore Benjamin Massing, nel corso della sfida tra Inghilterra e Camerun (3-2 d.t.s.) valevole per i quarti di finale del campionato del mondo 1990 - via Wikipedia

Simone Balocco

Novarese del 1981, scrive da anni di calcio e storia, le sue due grandi passioni. Per intenderci: la sua tesi di laurea verteva sullo sport nella sua città e la materia era storica. I suoi idoli giornalistici sono Gianni Brera e Indro Montanelli e segue il calcio da quando ha visto per la prima volta una puntata di "Holly e Benji". Tra le sue collaborazioni, spiccano il blog Cittadinovara.com ed il sito derbyderbyderby.it.
Lo trovi su Twitter come @SimoneBalocco