Roberto Baggio

Roberto Baggio

Attaccante, nato a Caldogno il 18 febbraio 1967

“I l calcio è stata la mia passione da sempre. Mi portavo il pallone al bagno, per giocare. Da piccolo avevo un sogno ricorrente. Immaginavo di giocare la finale di un Mondiale con il Brasile. Io sono uno di quegli esseri umani fortunati che può dire di aver realizzato un sogno. Ho sofferto tanto, ho stretto i denti, ho pianto e avuto paura. Ma poi quel giorno è arrivato.

Avevo quell’immagine in testa da quattro anni… Mi stavo avvicinando al dischetto e ho pensato: ‘Tiralo forte, tiralo forte. Se lo sbaglio? M’ammazzo…’.
(Sul rigore calciato nella finale del campionato mondiale di calcio 1994)

Quando si dice che la maglia azzurra è il punto di arrivo per ogni giocatore Italiano si dice solo la verità.

Io sono convinto di aver avuto un buon aiuto da madre natura, ma penso che non tutti si siano resi conto di quanto abbia faticato nel corso della mia carriera. Quando mi presentai a Firenze tutto rotto con le stampelle vidi le facce di tifosi e dirigenti… erano un po’ perplessi come per dire: ‘È questo il nuovo acquisto? Mah!’ Da quando il pubblico mi conosce convivo con il dolore, ducentoventi punti e un ginocchio a orologeria. Il mio dribbling migliore è stato andare avanti, nonostante tutto. Fregandomene delle chiacchiere, ponendomi ogni giorno davanti nuovi obiettivi. E sì, lo penso ancora, quel dribbling, quel doppio passo, quella veronica con cui ho superato un ostacolo apparentemente insormontabile, e ci ho messo due anni, due lunghissimi anni, sono stati un capolavoro di volontà e passione. Ne vado fiero.

Coloro che fanno sforzi continui sono sempre pieni di speranza. Abbracciate i vostri sogni e inseguiteli. Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita.

Quando Roby si allenava, dava sempre tutto. Sembrava sempre un ragazzino, ed io lo invidiavo. In quel periodo faceva da chioccia a molti di noi. Diceva sempre, per ogni problema o consiglio, io sono qui… All’epoca ero giovane, ed a volte capitava che mi alzavo dal letto con zero voglia di allenarmi. Capitò un periodo in cui fallivo molte occasioni da goal. La porta non la vedevo proprio. Un giorno Roby, in allenamento, mi vide giù di morale, si avvicinò a me e disse: Luca, nel calcio capitano quei momenti, non ti abbattere, se posso darti un consiglio, quando sei davanti alla porta, prima di tirare, con l’occhio guarda per un secondo il portiere. Sembra una stronzata, ma in quel momento capisci che intenzioni ha. Ricordati che la porta è di sette metri, ed il portiere occupa solo un settimo dello specchio… A fine allenamento, rimaniamo a fare un po’ di uno contro uno con il portiere. Parto prima io e poi tu. Guardami però, così vedi un po’ quello che faccio io… Non sto qui a raccontarvi che lui fece sempre goal. Da lì però imparai ad essere più calmo, e da quel giorno anche grazie a Roberto, non mi sono più fermato.
(Luca Toni)

Davanti a lui c’è il mondo e ha tutto per conquistarlo. A venticinque anni, è come un pozzo di petrolio, dal quale è stato estratto pochissimo greggio.
(Giovanni Trapattoni)

Era puntuale, serio e la domenica mi faceva vincere. C’era un patto con lui. Non mi piaceva che quando si andava in trasferta i tifosi invadevano l’albergo e lui non aveva un attimo di respiro. Un giorno gli dissi ‘Quando sei stanco di firmare autografi, ti tocchi la testa e io intervengo’. Ma lui non si toccava mai la testa e allora sbottai ‘Aho, ma nun ce l’hai una testa?’. Lui mi rispose ‘Mister, come posso deludere gente che ha fatto centinaia di chilometri per incontrarmi?’
(Carlo Mazzone)

Il Bello è un grande, anche se non è mai arrivato a sviluppare del tutto le sue potenzialità.
(Diego Armando Maradona)

Una volta scendevano in piazza per protestare contro la Fiat, oggi perché Baggio non vada alla Juve. Direi che il paese è migliorato.
Non lo scriva, o se lo scrive, lo metta giù con garbo: Roberto Baggio è il più grande giocatorino che abbia conosciuto. Gli voglio bene.
(Gianni Agnelli)

La carriera di Roberto Baggio visualizzata in un grafico

La carriera di Roberto Baggio in un grafico

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Fotografia: Roma, stadio Olimpico, 19 giugno 1990. Roberto Baggio, vanamente contrastato dal difensore cecoslovacco Miroslav Kadlec, realizza il gol del definitivo 2-0 nella sfida tra Italia e Cecoslovacchia valevole per la fase a gironi del campionato del mondo 1990. via Wikipedia