Davit Davitis Dze Q'ipiani

Davit Davitis Dze Q'ipiani

Centrocampista, Tbilisi, 18 novembre 1951 – Tbilisi, 17 settembre 2001

C’erano i tedeschi, i georgiani, un bulgaro e un polacco. Potrebbe iniziare così, questa storia.

Era il 13 maggio, correva l’anno 1981. Correvano, e tanto, anche i giocatori in maglia blu della Dinamo Tbilisi. Venivano dalla Georgia (quella europea, non quella americana), ma allora dovevamo chiamarli sovietici, perché la grande madre si sarebbe disgregata solo dieci anni più tardi. Il loro profeta era David Kipiani, faccia da muratore, magro come una scopa, vedeva cose in campo che gli altri non riuscivano a immaginare. Il suo braccio armato era Ramaz Shengelija, una scheggia di attaccante, implacabile sotto porta. Assieme a Blochin costituivano l’ossatura della nazionale sovietica, outsider molto quotata per il mondiale venturo.

Quella sera si sarebbero giocati la Coppa delle Coppe con un’altra squadra del blocco socialista, il Carl Zeiss Jena, la squadra delle lenti da vista. Tedeschi orientali, da loro iniziava l’Europa dell’est. Correvano anche loro, forse ancor di più. Avevano fatto fuori la Roma di Pruzzo e Falcao con una rimonta clamorosa e inattesa, che ancora i tifosi giallorossi si ricordano con dolore. Bielau si chiamava il giustiziere, tirato fuori dalla panchina per rimandare a casa i futuri campioni d’Italia.

Già che c’erano, eliminarono anche Valencia e Benfica, insomma il meglio del calcio occidentale per quella stagione dovette inchinarsi al nuovo potere che avanzava dall’est.

Una finale storica, dunque, e molto attesa. Ma in Italia non la potè vedere nessuno. Quello stesso pomeriggio, infatti, il vento dell’est portò l’attenzione della storia da un’altra parte del mondo.

Era un mercoledì, e a Città del Vaticano il Papa (polacco) stava attraversando la piazza San Pietro benedicendo i fedeli dalla macchinina. Nascosto tra i fedeli, però, un uomo (bulgaro) gli sparò dei colpi di pistola. Il mondo rimase in apprensione per la sorte del Papa, che grazie a Dio e alle preghiere di tutti si salvò. Nessuno più pensò alla finale di Coppa delle Coppe, che fu bandita dalla programmazione Rai in segno di rispetto.

Vinse la Dinamo Tbilisi, per la cronaca. Una vittoria che sarebbe entrata nella storia, se non fosse che la storia, quel giorno, guardava un’altra parte.

Raffaele Neri

Raffaele Neri, 52 anni, umorista dilettante. Già allenatore di basket e funzionario pubblico. Dopo tanti racconti brevi, pubblicati in varie raccolte, nel 2004 Eidos pubblica il suo “Cuori rosanero”. Ama il calcio, il rock, il mare, e i pomeriggi di primavera. Apprezza soprattutto le persone sincere.
Lo trovi su Twitter come @Raffa51968

Fotografie e video
  • Chivadze, Gutzaev e Kipiani a spasso prima di Feyenoord - Dynamo Tiblisi per la Coppa dei Campioni-II - via Wikipedia