Coppa del mondo 1994. Stati Uniti d’America. Bebeto ha appena segnato la rete del raddoppio portando il Brasile in vantaggio per 2 reti a 0 contro l’Olanda nei quarti di finale della Coppa del Mondo.
Corre verso la linea laterale Bebeto, e inizia a dondolare le braccia, come se stesse cullando un bambino immaginario. Due giorni prima di quella partita è nato il terzo figlio Matthaus (lo chiama così in onore del giocatore Tedesco Lothar Matthaus).
Bebeto non ha assistito alla sua nascita e decide di dedicargli il gol.
“Dopo aver segnato quella rete, la prima cosa che mi è passata per la testa è stato mio figlio, perché era l’unico che non avevo visto nascere, e questo perché evidentemente ero al Mondiale. Quindi quando ho segnato mi è venuto in mente di mimare il gesto di chi culla un bambino tra le braccia… anche solo parlarne adesso mi viene la pelle d’oca. Mentre facevo quel gesto guardo di traverso e vedo Mazinho… e Romario fare la stessa cosa accanto a me, ed è così che è successo. Credo che la forza di quest’esultanza iconica stia tutta nella spontaneità.”
La cosa curiosa è che a unirsi a Bebeto ci sia appunto Romario. Da anni, Lethal Weapon I e II, come vengono soprannominati dai media Americani, sono in disaccordo. Si odiano. È stato Romario a dare a Bebeto il soprannome di “Chorao”, per la sua abitudine di “andare a piangere” dall’arbitro. È sempre Romario a convocare una conferenza stampa prima della Coppa del Mondo solo per annunciare che non si sarebbe mai seduto accanto a Bebeto sul volo della squadra per gli Stati Uniti.
“Siamo diversi: Bebeto è il tipo che se ne sta a casa, io sono un gatto randagio. L’unica cosa che abbiamo in comune è che entrambi segniamo gol. Bebeto è un giocatore molto più costante di me. Per tutti I 90 minuti resta concentrato su quello che sta succedendo in campo. La mia forza invece è nel disinteresse: quando mi vedono in campo pensano che io stia addormentato. Un errore fatale per tutti!”
(Romario)
La carriera di José Roberto Gama de Oliveira visualizzata in un grafico
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