A Potenza, cittadina tenacemente abbarbicata al cocuzzolo di una montagna, il calcio non ha mai regalato troppe gioie. Tante delusioni, qualche fallimento, ma, come l’araba fenice, il Potenza Calcio poi è sempre rinato dalle sue ceneri e l’affetto dei suoi tifosi è rimasto quello di sempre.
In definitiva a queste latitudini “U Putenz è semb nu squadron!”
Nella sua storia il Potenza Calcio ha mancato di un soffio, per la precisione di tre punti, quella che sarebbe stata una storica promozione nella massima serie del calcio Italiano. Così di storico restano i soli campionati disputati in cadetteria.
In quel Potenza dei miracoli giocava un giovanissimo attaccante, Roberto Boninsegna, che in coppia con Silvino Bercellino diede vita all’attacco raffica dei rossoblu, il miglior reparto della cadetteria con 55 reti nella stagione 1964-1965.
Secondo un parere del giornalista Italiano Gianni Brera, Boninsegna è stato, nei primi anni 1970, il più forte centravanti del mondo insieme a Gigi Riva con cui ha giocato nel Cagliari e in Nazionale. Lo stesso Brera coniò per lui il soprannome Bonimba ai tempi del Cagliari: una geniale crasi nata dal cognome dell’attaccante e dal termine Bagonghi.
Dopo il Cagliari sarebbe arrivata l’Inter e poi la Juventus e chiaramente l’Azzurro della nazionale Italiana. Ma dopo, solo dopo aver vestito la casacca dei Leoni rossoblu.
Ancora oggi, in giro per qualche vecchio bar del capoluogo o in qualche vecchia Barberia non è raro trovare foto scolorite dal tempo del giovane Bonimba e non è raro sentire qualche vecchio tifoso raccontare delle gesta dell’attaccante Mantovano e di quello che sarebbe potuto essere e non fu… ma tanto come amano ripetere alla fine “U Putenz è semb nu squadron!”