Considerato una delle ali più forti e complete d’Italia, durante la sua carriera, si è conquistato il soprannome di “Barone”, per le sue movenze eleganti in campo, per la sua educazione e per la sua lealtà nella vita.
Il Barone nasce nella barocca Lecce e viene acquistato dalla Juventus quando ha appena 17 anni. Dopo qualche anno in prestito torna nel 1970 alla Juventus, dove milita per 11 stagioni consecutive vestendo la casacca numero 7 e diventando una delle colonne della squadra.
“Grazie alla stima dell’Avvocato, che mi aveva soprannominato ‘Brazil’, potei anche ‘ammutinarmi’ al presidente Giampiero Boniperti che appena arrivato mi intimò: ‘Tagliati subito i capelli!’. L’Avvocato gli disse di lasciarmi stare che avevo una bella testa folta e così oltre a tenere i capelli lunghi mi feci crescere anche i baffi.”
“Mi ricordo il primo Juve-Milan che ho giocato, nel 1970-71. Perdemmo 2-0. Il nostro allenatore, il povero Picchi, mi mandò in campo a 10 minuti dalla fine e mi disse: ‘Vai in campo e non esci più’. Aveva ragione, restai titolare per dieci anni.”
In bianconero vince infatti sei scudetti, la Coppa UEFA 1976-1977 (il primo trofeo internazionale nella storia del club) e la Coppa Italia 1978-1979.
Con la Nazionale italiana esordisce nel 1972.
Partecipa al Mondiale 1974 e diventato titolare, prende parte da protagonista al Mondiale 1978, disputando tutti gli incontri e realizzando un gol nella finale per il terzo posto persa contro il Brasile. A 33 anni prende parte al vittorioso Mondiale 1982, nel quale ottiene 2 presenze.
“Non smetterò mai di essere grato a Enzo Bearzot: “Bea” mi fece giocare il 2° tempo con il Perù e poi per farmi capire quanto avevo dato alla Nazionale, sono stato azzurro dal 1971 all’83, negli ultimi istanti della finale con la Germania richiamò Altobelli e mi regalò l’emozione di sentirmi campione del mondo in campo.”
“Ma come ha fatto a sbagliare? Gli ho fatto un cross che era una pennellata! Sembrava un quadro di Pirandello!” 🤣
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