“S ogni sempre di giocare per la squadra per cui fai il tifo ma la cosa più importante per me era solo diventare un calciatore professionista. Con tanti sacrifici e tanta fortuna sono stato in grado di realizzare il mio sogno. Quando i Rangers non ti prendono, non è la fine del mondo. Significa solo che quando giocherai contro di loro e segnerai, beh, la tua esultanza sarà solo un pochino più speciale.”
“Ho debuttato in campionato con il Celtic nell’ottobre del 1969. Giocavamo contro il Raith Rovers. Bobby Murdoch era seduto accanto a me in panchina e mi chiese se ero nervoso. ‘No’ risposi. ‘Bene ragazzo’, disse, ‘hai messo le scarpe al contrario.’ Ho guardato in basso. Aveva ragione.”
“Hanno sempre supportato il Liverpool. Ora è il turno del Liverpool Football Club di supportarli.”
(Immediatamente dopo la tragedia di Hillsborough.)
“La cosa più triste e più bella che abbia mai visto in vita mia.”
(Nel vedere le sciarpe raccolte fuori da Anfield dopo Hillsborough.)
“Alle persone che vengono a vederci giocare, che amano questa squadra e la considerano parte della loro vita, non interessa nulla se il Liverpool ha un buon bilancio, no, loro vogliono che tutti, dal presidente all’ultimo dei collaboratori, sentano questa maglia sotto la loro pelle.”
“Tra tutti i giocatori con cui ho giocato, gestito e allenato in oltre 40 anni ad Anfield, non c’è dubbio che lui sia il più ricco di talento: il suo genio non risiede solo nelle sue capacità, nelle sue giocate, no, il suo genio aiuta a far giocare bene gli altri.” (Bob Paisley)
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- Fotografia: Roma, stadio Olimpico, 30 maggio 1984. Steve Nicol, Kenny Dalglish (secondo da sinistra), Alan Hansen, Gary Gillespie e Graeme Souness — festeggiano con il trofeo della Coppa dei Campioni 1983-1984, vinta in finale dai Reds sulla Roma (1-1 d.t.s., 5-3 d.c.r). via Wikipedia