“D ico solo che Schiaffino è stato uno degli uomini fondamentali nella mia crescita professionale. Per me era una sorta di divinità. Era a fine carriera, ma dava sempre dimostrazione della sua classe. Sul terreno di gioco e fuori. Di lui ammiravo soprattutto l’umiltà: veniva ad allenarsi con la Seicento o spesso anche in autobus. Amava ripetere una frase: “Quanto è faticoso fare il calciatore: allenamenti e partite, partite e allenamenti. Ma sempre meglio che lavorare…”. Se sono diventato uno dei più grandi recuperatori di palloni di quell’epoca lo devo soprattutto a lui che mi insegnò come intercettare la sfera guardando negli occhi l’avversario nel momento del passaggio decisivo. Con questo trucco ne ho fregati tanti…
Un altro mostro sacro Ghiggia, un altro che, come Schiaffino, fece piangere il Brasile nel ‘Maracanazo’. Capitò di allenarmi con Alcide nella squadra riserve. Una volta eravamo io, lui, Manfredini, Schiaffino e Selmosson. Capito? Tutti questi nella squadra riserve. Inutile dire che io ero il più scarso tra loro… Comunque, ho un aneddoto simpatico. Per un periodo Ghiggia faceva panchina a Orlando e a lui questa cosa non andò giù. Durante un allenamento con le riserve, mi chiamò per andare da lui: ‘Picchio, vieni qui: sei uno dei pochi che può palleggiare con me’. Io andai e quasi mi vergognavo. E durante i palleggi mi fece: ‘Ma è giusto che uno come me deve fare la riserva a Orlando?’. Io avevo 18 anni, che gli potevo dire? Ero un ragazzetto, non gli risposi… Mi misi a ridere.”
Maffei: Ecco, in conclusione Canà?
Canà: In conclusione… picchio De Sisti.
Maffei: Picchio De Sisti si è espresso in modo molto favorevole nei confronti della sua squadra.
Canà: No, questa volta è lei che non ha afferreto. Io picchio De Sisti e lo dichiaro a tutta Italia. Io picchio De Sisti e gli spezzo pure la noce del capocollo! Chiaro?
Maffei: Canà sempre imprevedibile…
(da L’allenatore nel pallone, Sergio Martino, 1984)
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- Fotografia: Giancarlo De Sisti - Aprile 1969 - Giuseppe Pino (Mondadori Publishers) via Wikimedia