“H o sempre desiderato essere portiere, forse perché in campo il portiere è un uomo solo e a me piacciono gli sport individuali. Da quando avevo cinque anni ho cominciato a giocare in porta. Non so perché volevo stare in quel ruolo. Non avevo idoli o modelli, la prima partita in TV l’ho vista di straforo nel 1954. Ma in fondo è quello che più mi assomiglia, caratterialmente. Il portiere ha una immensa responsabilità, è l’unico che non può sbagliare. E però di quella responsabilità, se è bravo, conosce la gloria.
Ero sempre alla ricerca, da portiere, della semplicità. E della perfezione, che però non ho trovato. Cercavo di supplire con il piazzamento alla teatralità di un tuffo ad angelo. […] Non come certi esteti che amano più la foto della parata. Pensi che una volta, all’Olimpico, durante un Inghilterra - Italia mi fecero un tiro che necessitava di un tuffo plastico per prendere la palla. Mi ricordo che, mentre ero in volo, già mi vergognavo.”
“Forse era destino che io andassi alla Juventus. Pensi che nel 1962 giocavo con l’Udinese contro i bianconeri e mi ero messo, al solito, la mia maglia nera. Ma quel giorno anche loro erano vestiti in nero. Così fu Vavassori, portiere di riserva dei bianconeri, a darmi la maglietta bianca con la V nera. Destino.”
“C’erano Causio, Haller, Bettega. La velocità insieme alla fantasia, la classe mescolata al dinamismo. Dopo arrivò gente come Benetti e Boninsegna, che aumentò forza fisica ed esperienza del gruppo. Ma quella prima Juve mi è rimasta nel cuore. [Il tiro di Magath.] Dissero che avevo preso gol da 30 metri; ma era un tiro quasi dal limite dell’area. Adesso li chiamano eurogol; allora scrissero che ero cieco.
Lo stile Juve si avvicina a un decalogo non scritto dei doveri dello sportivo professionista. Non è un di più che ha la Juve, è qualcosa che manca agli altri.”
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- Fotografia: Torino, stadio Comunale, 11 aprile 1973. Dino Zoff anticipa l'attaccante dei Rams, Kevin Hector, nel corso della sfida tra Juventus e Derby County (3-1) valevole per la semifinale di andata della Coppa dei Campioni 1972-1973; nell'occasione Hector indossa la divisa di cortesia gialloblù dell'epoca del Derby County. Osserva l'azione, sullo sfondo, Fabio Capello via Wikipedia