“L iam Brady fu uno dei due o tre calciatori migliori degli ultimi vent’anni in quanto a passaggi, e per questo era riverito da ogni tifoso dell’Arsenal, ma per me era molto più di questo. Io lo adoravo perché era grande, e lo adoravo perché, nel nostro gergo, se lo spremevi sprizza Arsenal da tutti i pori (come Charlie George, anche lui era frutto del vivaio); ma c’era anche una terza cosa. Era intelligente. Quest’intelligenza si manifestava principalmente nei suoi passaggi, che erano incisivi e fantasiosi e sempre sorprendenti. Ma si manifestava anche fuori dal campo: aveva facilità di parola, era spiritoso e impegnato […] man mano che avanzavo negli studi, e sempre più persone sembravano mettere il calcio da una parte e la vita intellettuale dall’altra, Brady sembrò un ponte di collegamento tra questi due mondi.”
(Nick Hornby)
“Avevo due scelte, due possibilità: fare il professionista e calciare bene il rigore, oppure fare il bambino stupido e rifiutarmi di calciare o, peggio, sbagliare volutamente il tiro. Ho scelto di fare il professionista, ho tirato ed ho fatto goal.”
(Liam Brady, a proposito del rigore calciato contro il Catanzaro che vale il 20esimo scudetto.)
“Preso Platini, avevo un grosso problema. Ed un dispiacere enorme. Dirlo a Brady. Perché di stranieri ne erano consentiti soltanto due e noi avevamo già Boniek, preso in quegli stessi giorni. Brady, Boniek, Platini: uno era di troppo. Avessimo potuto tenerli tutti e tre, con Brady dietro a quei due, saremmo diventati la più grande squadra del mondo. Ad ogni modo incontrai Liam e gli spiegai qual’era il problema, inaspettatamente pianse, lui che sembrava di ghiaccio, ed un po’ di magone venne anche a me. A fine stagione venni contattato da Paolo Mantovani, presidente della Sampdoria, per discutere la cessione del centrocampista irlandese. Il reingaggio di Liam l’ho fissato io. E Mantovani fu d’accordo su tutto.”
(Giampiero Boniperti)
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