“Q uando vedevo la gente che partiva alla 8 da Sassari e alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto.
Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, perché allora c’era tanta fame, come oggi purtroppo.
Il Cagliari era tutto per tutti e io capii che non potevo togliere le uniche gioie ai pastori. Sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve. Dopo ogni partita spuntava Allodi che mi diceva “Dai, telefoniamo a Boniperti”.
Ma io non ho mai avuto il minimo dubbio e non mi sono mai pentito.”
(Gigi Riva)
“Riva gioca un calcio in poesia, egli è un «poeta realista»”.
(Pier Paolo Pasolini)
“Un autentico eroe del nostro tempo: per me non è mai nato nel calcio italiano uno come Gigi Riva da Leggiuno. L’ho soprannominato prima Re Brenno e poi, dubitando del nostro senso storico, sono sceso a una metafora più western come “Rombo di tuono”.
Ha avuto fortuna almeno pari a quella di Toro Seduto.”
(Gianni Brera)