“L ‘importante non è vincere; è pensare in modo vincente. La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo.”
“È un onore e un onere giocare nella Juventus. Senti il peso della maglia, il dovere di riconsegnarla piegandola per bene riponendola un po’ più in alto di dove l’avevi presa.”
“Esiste un ambiente di lavoro molto particolare a Torino, sei contagiato: un’atmosfera che serve nella vita e in panchina. La principale caratteristica alla Juve è la testa bassa. L’umiltà rispetto a quello che si vince, che è sempre tanto. Il club ti insegna l’importanza degli oneri: ti mette nelle condizioni giuste per dimostrare quanto vali, ma poi tu devi dare il massimo. A quel punto vinci e ti godi gli onori. Ma per poco perché devi rivincere subito dopo. Ecco, il successo è spesso un sollievo più che una gioia. Certo, al Barcellona prediligono l’estetica, la bellezza o anche solo il divertimento, mentre la Juventus è meravigliosamente pratica. Confesso che nei miei anni in bianconero non è mai entrato un dirigente a dirci: ‘Mi raccomando, oggi giochiamo bene’. Più e più volte, la frase era: ‘Mi raccomando, oggi vinciamo’.”
“Nessuno potrà mai far dimenticare Vialli alla Sampdoria, però io spero che sostituibile lo sia.”
(Paolo Mantovani)
“Una forza della natura, ma soprattutto una persona vigorosa sotto tutti i punti di vista. A livello psicologico era uno straordinario motivatore, ed è stato sostenuto nelle sue scelte dalla famiglia. Sapevano che sarebbe diventato un campione, ma hanno voluto che prendesse un diploma, che diventasse un uomo prima ancora che un calciatore.”
(Emiliano Mondonico)
“Vialli in Inghilterra è una Ferrari che corre su una strada sterrata.”
(Pasquale Bruno)
“Vorrei avere l’inventiva di Baggio, i piedi di Mancini, la potenza di Vialli.”
(Attilio Lombardo)
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- Fotografia: Pisa, stadio Arena Garibaldi, 22 febbraio 1989. Gianluca Vialli davanti al portiere danese Peter Schmeichel nel corso dell'amichevole tra Italia e Danimarca (1-0). via Wikipedia