Zinédine Yazid Zidane

Zinédine Yazid Zidane

in berbero Zineddin Lyazid Zidan

Centrocampista, nato a Marsiglia(Francia), il 23 giugno 1972

“C he grande argomento Zinedine Zidane. Ci sono partite così noiose perché c’è poca velocità e altre che sono caotiche per eccesso di velocità. L’unico orologio che segna sempre l’ora giusta è quello di Zidane. Ha una visione panoramica amplissima, sa quando bisogna tenerla o darla, sa quando bisogna giocare corto o lungo, sa quando bisogna allargare per gli esterni o cercare la profondità. In un calcio nel quale la norma è lo scontro fisico, Zidane trova sempre la strada sgombra.
(Jorge Valdano)

Zidane giocava su una nuvola, una nuvola dove nessuno poteva salire.
(Marcello Lippi)

Lì un giorno è nato un bambino il cui nome era Zayyid Aldyid Al-Yazid, ‘la bellezza della religione’. Il bambino aveva proprio le caratteristiche del berbero era lungo, con la pelle bianca e gli occhi di ghiaccio. Aveva una coordinazione locomotoria straordinaria: con quella palla faceva quello che voleva, ci girava intorno, la pettinava, gli tirava pietre e ti rimandava rose. Ecco, quel bambino poi è diventato l’uomo che in una bellissima serata del luglio del 1998 ha condotto la Francia al suo primo titolo mondiale. […] Ma il berbero dagli occhi di ghiaccio all’epoca ormai lo conosceva tutto il mondo col suo nome francese: Zinedine Zidane, detto ‘Zizou’.
(Federico Buffa)

Per me l’Italia è Torino. La Juve mi ha fatto diventare un grande calciatore e una grande persona, la porto sempre nel cuore. La mentalità vincente l’ho imparata lì. Soltanto lì ho capito che vincere era un obbligo, fare parte di uno dei più grandi club del mondo ti pone l’imperativo del risultato. Quando perdevamo, era un dramma. Il calcio è semplice: quando lo si pratica ad alto livello, ogni tre giorni c’è una nuova partita. E questo ti fa scendere in fretta con i piedi per terra dopo una vittoria. E quando perdi, sei obbligato a lavorare più duramente.

Mi ha fatto guardare ai fuoriclasse in modo diverso, un altro al posto suo non si sarebbe impegnato tanto o avrebbe preteso un trattamento privilegiato, lui invece no.
(Edgar Davids)

In Francia, tutti hanno capito che Dio esiste e che è tornato nella squadra nazionale Francese. Dio è tornato, c’è poco da dire.
(Thierry Henry)

Nessuno sa se Zidane sia un angelo o un demone: sorride come Santa Teresa e fa una smorfia come un serial killer.
(Jean-Luis Murat)

È stato mio padre a insegnarci che un immigrato deve lavorare due volte più duramente di chiunque altro, che non deve mai arrendersi.
Sono stato fortunato a crescere in una zona difficile. Ti insegna molto non solo sul calcio ma anche sulla vita. C’erano molti bambini di razze diverse e famiglie povere. Le persone dovevano letteralmente lottare per arrivare alla fine della giornata. Il calcio è stata la parte facile.

È difficile da spiegare, ma ho bisogno di giocare intensamente ogni giorno, in allenamento, per arrivare alla partita nella giusta condizione, è una propensione quella di di non mollare mai, che mi ha insegnato il posto in cui sono cresciuto.

Zidane è buono da lontano e da vicino, ma di sicuro, per misurarne meglio l’intelligenza, conviene seguirlo quando la televisione non lo inquadra più. Lui cerca sempre la posizione che metta in difficoltà il marcatore, sorprendendolo alle spalle e scattando nel momento giusto per farsi vedere. Dargli il pallone è come metterlo in cassaforte. Se è di spalle, controlla e si gira con un solo movimento. Godiamocela, Zidane ha già il pallone tra i piedi. Lo nasconde con abilità, lo tocca con la punta del piede, lo calpesta, lo ritrae, lo mostra di nuovo… E lo difende col suo corpo, largo e possente, da falso lento.
(Jorge Valdano)

Zidane è di un altro pianeta. Quando lui entrava in campo gli altri dieci giocatori miglioravano improvvisamente. Semplicemente così.
(Zlatan Ibrahimovic)

La carriera di Zinédine Yazid Zidane visualizzata in un grafico

La carriera di Zinédine Yazid Zidane in un grafico

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  • Fotografia: Torino, stadio delle Alpi, 23 aprile 1997. Zinédine Zidane e Richard Witschge in azione nel corso della sfida tra Juventus e Ajax (4-1) valevole per la semifinale di ritorno della UEFA Champions League 1996-1997. via Wikipedia