Nasce a Santa Marta, comune portuale nel nord della Colombia, ed è il più piccolo di dieci figli, un bimbo vispo che da subito respira calcio, suo padre, Carlos Valderrama pure lui, oltre ad essere professore di matematica è anche giocatore a livello professionistico nell’Unión Magdalena, dove gioca come difensore, e ha un ruolo fondamentale per il piccolo Carlos: gli trasmette l’amore per il calcio. A proposito è proprio Carlos Valderrama padre a coniare il soprannome Pibe per Carlos Valderrama figlio.
Con la nazionale Colombiana ha partecipato in qualità di capitano a 3 edizioni dei Mondiali, quelli del 1990 in Italia, del 1994 negli Stati Uniti e del 1998 in Francia. Con i Cafeteros dal 1987 al 1998 colleziona 111 presenze, che fanno di lui il giocatore con più partite giocate con la selezione colombiana e segna 11 reti. La sua notorietà è dovuta oltre che alle sublimi doti tecniche, alla grazia ed eleganza con il pallone, anche al suo essere anticonformista: con un look tutto particolare che comprendeva collanine e braccialetti, appariscenti baffi neri e soprattutto una folta e riccioluta chioma bionda, che lo rendeva chiaramente riconoscibile nelle fasi di gioco, tanto da meritarsi l’appellativo di “Gullit biondo” e che ha fatto di lui, di “El Pibe” Carlos Valderrama figlio una vera e propria icona pop.
“Un mago dell’intelligenza, che conosce la posizione dei suoi compagni quasi senza guardarli e che gli consegna il pallone come se lo facesse con le mani.”
(César Luis Menotti)
“Il colombiano Carlos Valderrama ha i piedi storti, e la stortura gli serve per nascondere meglio il pallone.”
(Eduardo Galeano)
“Non sto affatto cercando di sminuire Messi e altri grandi del calibro di Cristiano Ronaldo, ma paragonarli a “El Diego” non si può.”
(Carlos Valderrama)